Teorema di Hahn-Kolmogorov

In teoria della misura, il teorema di Hahn-Kolmogorov stabilisce che data un'algebra di sottoinsiemi di un insieme X, ed una funzione a valori reali non negativi, nulla sul vuoto, e numerabilmente additiva (nel senso che se l'unione di una famiglia numerabile appartiene ancora all'algebra allora per questa famiglia vale la σ-additività), esiste un'unica misura che la estende alla σ-algebra generata dall'algebra di partenza.

Il primo a dimostrare il teorema fu Fréchet[1], ma la sua dimostrazione non usava il teorema di Carathéodory. La dimostrazione più moderna, qui riportata, è stata scoperta indipendentemente da Hahn[2] e Kolmogorov[3]. Per questo motivo il teorema si può trovare in letteratura sotto il nome di Hahn (da non confondere col teorema di decomposizione di Hahn) o Hahn-Kolmogorov. Spesso, comunque, non viene neanche assegnato un nome, o lo si chiama semplicemente teorema di estensione.

Enunciato

Sia A {\displaystyle \mathbf {A} } un'algebra di sottoinsiemi di X {\displaystyle X} e μ 0 : A [ 0 , ] {\displaystyle \mu _{0}:\mathbf {A} \to [0,\infty ]} una funzione σ-additiva, nel senso che se { A i } {\displaystyle \{A_{i}\}} è una famiglia numerabile di elementi disgiunti di A {\displaystyle \mathbf {A} } e l'unione di tutti gli A i {\displaystyle A_{i}} sta in A {\displaystyle \mathbf {A} } allora:

μ 0 ( i = 1 A ) = i = 1 μ 0 ( A i ) {\displaystyle \mu _{0}\left(\bigcup _{i=1}^{\infty }A\right)=\sum _{i=1}^{\infty }\mu _{0}(A_{i})}

e tale che μ 0 ( ) = 0 {\displaystyle \mu _{0}(\emptyset )=0} (si dice che μ 0 {\displaystyle \mu _{0}} è una premisura, o semplicemente misura se non c'è pericolo di confusione).

Indicata con M ( A ) {\displaystyle M(\mathbf {A} )} la σ-algebra generata da A {\displaystyle \mathbf {A} } , esiste una misura μ {\displaystyle \mu } su M ( A ) {\displaystyle M(\mathbf {A} )} che estende μ 0 {\displaystyle \mu _{0}} , cioè tale che ristretta ad A {\displaystyle \mathbf {A} } è uguale a μ 0 {\displaystyle \mu _{0}} .

Se μ 0 {\displaystyle \mu _{0}} è sigma-finita, cioè esiste una famiglia numerabile { A i } A {\displaystyle \{A_{i}\}\subset \mathbf {A} } che ricopre X {\displaystyle X} , con μ 0 ( A i ) < {\displaystyle \mu _{0}(A_{i})<\infty } per ogni i {\displaystyle i} , allora l'estensione è unica.

Dimostrazione

La dimostrazione si divide in due parti. Nella prima si dimostra l'esistenza costruendo una misura esterna in modo da poter usare il teorema di Carathéodory, e poi si verifica che la misura esterna ristretta ad A {\displaystyle \mathbf {A} } è uguale a μ 0 {\displaystyle \mu _{0}} e che gli elementi di A {\displaystyle \mathbf {A} } sono misurabili. La seconda parte si occupa invece dell'unicità nel caso in cui μ 0 {\displaystyle \mu _{0}} è σ-finita nel senso indicato nell'enunciato.

Esistenza

Misura esterna e teorema di Carathéodory

La funzione μ : P ( X ) [ 0 , ] {\displaystyle \mu ^{*}:P(X)\to [0,\infty ]} costruita a partire da μ 0 {\displaystyle \mu _{0}} è definita come:

μ ( E ) := inf { i = 1 μ 0 ( A i ) :   { A i } i = 1 A ,   E i = 1 A i } {\displaystyle \mu ^{*}(E):=\inf \left\{\sum _{i=1}^{\infty }\mu _{0}(A_{i}):\ \{A_{i}\}_{i=1}^{\infty }\subset \mathbf {A} ,\ E\subset \bigcup _{i=1}^{\infty }A_{i}\right\}}

e gode delle tre proprietà di una misura esterna (monotonia, subadditività numerabile, assegna 0 al vuoto). Il teorema di Carathéodory fornisce allora uno spazio di misura completo ( X , M , μ ) {\displaystyle (X,\mathbf {M} ,\mu )} , dove:

M := { B X :   μ ( E ) = μ ( E B ) + μ ( E B c )   E X } {\displaystyle \mathbf {M} :=\{B\subset X:\ \mu ^{*}(E)=\mu ^{*}(E\cap B)+\mu ^{*}(E\cap B^{c})\ \forall E\subset X\}}

è una σ-algebra e μ {\displaystyle \mu } è la restrizione di μ {\displaystyle \mu ^{*}} a M {\displaystyle \mathbf {M} } .

μ* ristretta ad A è uguale a μ0

Si vuole dimostrare che per ogni A {\displaystyle A} in A {\displaystyle \mathbf {A} } vale:

μ 0 ( A ) = μ ( A ) := inf μ 0 ( A i ) {\displaystyle \mu _{0}(A)=\mu ^{*}(A):=\inf \sum \mu _{0}(A_{i})}

dove l'inf è preso su tutte le famiglie numerabili { A i } A {\displaystyle \{A_{i}\}\subset \mathbf {A} } che ricoprono A {\displaystyle A} . In particolare, prendendo la famiglia { A , , , } {\displaystyle \{A,\emptyset ,\emptyset ,\dots \}} si ha subito:

μ ( A ) μ 0 ( A ) {\displaystyle \mu ^{*}(A)\leq \mu _{0}(A)}

Sia { A i } A {\displaystyle \{A_{i}\}\subset \mathbf {A} } una famiglia che ricopre A {\displaystyle A} . L'idea per ottenere l'altra disuguaglianza è che se si prende la famiglia disgiunta associata { A i } {\displaystyle \{A_{i}\}} si può spezzare μ 0 ( A ) {\displaystyle \mu _{0}(A)} sfruttando la σ-additività (sempre nel senso indicato nell'enunciato) di μ 0 {\displaystyle \mu _{0}} , da lì in poi si tratta di sfruttare semplici maggiorazioni. Si ricorda che ad ogni famiglia { A i } {\displaystyle \{A_{i}\}} è associata una famiglia { B i } {\displaystyle \{B_{i}\}} di insiemi a coppie disgiunti tale che l'unione dei primi n A i {\displaystyle A_{i}} è uguale a quella dei primi n B i {\displaystyle B_{i}} , questo per tutti gli n naturali. Tale famiglia si ottiene ponendo B i A i ( A i 1 A 1 ) {\displaystyle B_{i}\equiv A_{i}-(A_{i-1}\cup \dots \cup A_{1})} . Per quanto detto l'unione di tutti i B i {\displaystyle B_{i}} contiene A {\displaystyle A} , quindi:

μ 0 ( A ) = μ 0 ( i = 1 ( A B i ) ) = i = 1 μ 0 ( A B i ) i = 1 μ 0 ( B i ) i = 1 μ 0 ( A i ) {\displaystyle \mu _{0}(A)=\mu _{0}\left(\bigcup _{i=1}^{\infty }(A\cap B_{i})\right)=\sum _{i=1}^{\infty }\mu _{0}(A\cap B_{i})\leq \sum _{i=1}^{\infty }\mu _{0}(B_{i})\leq \sum _{i=1}^{\infty }\mu _{0}(A_{i})}

dove le diseguaglianze seguono dalla monotonia di μ 0 {\displaystyle \mu _{0}} . Ora, questo vale per qualsiasi { A i } A {\displaystyle \{A_{i}\}\subset \mathbf {A} } che ricopre A {\displaystyle A} , quindi:

μ 0 ( A ) μ ( A ) {\displaystyle \mu _{0}(A)\leq \mu ^{*}(A)}

M contiene A

Dimostrare che A A {\displaystyle A\in \mathbf {A} } sta in M {\displaystyle \mathbf {M} } significa dimostrare che:

  μ ( E ) = μ ( E A ) + μ ( E A c ) {\displaystyle \ \mu ^{*}(E)=\mu ^{*}(E\cap A)+\mu ^{*}(E\cap A^{c})}

qualsiasi sia E X {\displaystyle E\subset X} . Per farlo si approssima μ ( E ) {\displaystyle \mu ^{*}(E)} usando una famiglia { A i } A {\displaystyle \{A_{i}\}\subset \mathbf {A} } che copre E {\displaystyle E} , poi con A {\displaystyle A} si spezza l'approssimazione invece che E {\displaystyle E} , così da poter usare l'additività di μ 0 {\displaystyle \mu _{0}} . Nel dettaglio, per ogni ϵ > 0 {\displaystyle \epsilon >0} esiste una famiglia { A i } {\displaystyle \{A_{i}\}} che copre E {\displaystyle E} e tale che:

μ ( E ) + ϵ i = 1 μ 0 ( A i ) = i = 1 μ 0 ( A i A ) + i = 1 μ 0 ( A i A c ) μ ( E A ) + μ ( E A c ) {\displaystyle \mu ^{*}(E)+\epsilon \geq \sum _{i=1}^{\infty }\mu _{0}(A_{i})=\sum _{i=1}^{\infty }\mu _{0}(A_{i}\cap A)+\sum _{i=1}^{\infty }\mu _{0}(A_{i}\cap A^{c})\geq \mu ^{*}(E\cap A)+\mu ^{*}(E\cap A^{c})}

dove l'uguaglianza si ottiene scrivendo A i {\displaystyle A_{i}} come ( A i A ) ( A i A c ) {\displaystyle (A_{i}\cap A)\cup (A_{i}\cap A^{c})} e usando l'additività di μ 0 {\displaystyle \mu _{0}} , mentre la seconda disuguaglianza si ottiene notando che { A i A } {\displaystyle \{A_{i}\cap A\}} è un ricoprimento di E A {\displaystyle E\cap A} , e analogamente per E A c {\displaystyle E\cap A^{c}} . Si nota che essendo ϵ {\displaystyle \epsilon } arbitrario:

μ ( E ) μ ( E A ) + μ ( E A c ) {\displaystyle \mu ^{*}(E)\geq \mu ^{*}(E\cap A)+\mu ^{*}(E\cap A^{c})}

L'altra disuguaglianza è regalata dalla subadditività di μ {\displaystyle \mu ^{*}} :

μ ( E ) = μ ( ( E A ) ( E A c ) ) μ ( E A ) + μ ( E A c ) {\displaystyle \mu ^{*}(E)=\mu ^{*}((E\cap A)\cup (E\cap A^{c}))\leq \mu ^{*}(E\cap A)+\mu ^{*}(E\cap A^{c})}

Conclusione

Ricapitolando, partendo da μ 0 {\displaystyle \mu _{0}} si è costruita una misura esterna μ {\displaystyle \mu ^{*}} che ristretta alla σ-algebra M {\displaystyle \mathbf {M} } è una misura μ {\displaystyle \mu } . Si è dimostrato che l'algebra A {\displaystyle \mathbf {A} } è contenuta in M {\displaystyle \mathbf {M} } e che μ {\displaystyle \mu } sugli elementi di A {\displaystyle \mathbf {A} } si comporta come la premisura μ 0 {\displaystyle \mu _{0}} da cui si era partiti. Per concludere la prima parte del teorema si nota che essendo M ( A ) {\displaystyle M(\mathbf {A} )} la più piccola σ-algebra contenente A {\displaystyle \mathbf {A} } , ed A M {\displaystyle \mathbf {A} \subset \mathbf {M} } , si ha M ( A ) M {\displaystyle M(\mathbf {A} )\subset \mathbf {M} } . Se con abuso di notazione si continua a denotare con μ {\displaystyle \mu } la misura su M {\displaystyle \mathbf {M} } ristretta ad M ( A ) {\displaystyle M(\mathbf {A} )} , lo spazio di misura ( X , M ( A ) , μ ) {\displaystyle (X,M(\mathbf {A} ),\mu )} è, per quanto detto, quello cercato.

In generale, mentre ( X , M , μ ) {\displaystyle (X,M,\mu )} è completo (fa parte della tesi del teorema di Carathéodory), lo spazio ( X , M ( A ) , μ ) {\displaystyle (X,M(\mathbf {A} ),\mu )} può benissimo non esserlo (un esempio noto si ha quando M ( A ) {\displaystyle M(\mathbf {A} )} è la σ-algebra dei boreliani di R n {\displaystyle \mathbb {R} ^{n}} e μ {\displaystyle \mu } è la misura di Lebesgue).

Unicità

In questa parte si suppone che μ 0 {\displaystyle \mu _{0}} sia σ-finita nel senso indicato nell'enunciato. Sia ν {\displaystyle \nu } una misura su M ( A ) {\displaystyle M(\mathbf {A} )} che estende μ 0 {\displaystyle \mu _{0}} , mentre si continua ad indicare con μ {\displaystyle \mu } la misura, sempre su M ( A ) {\displaystyle M(\mathbf {A} )} , costruita sopra. Per dimostrare che sono uguali si comincia usando la σ-finitezza per restringersi a lavorare in uno spazio di misura finita. Sia { A i } A {\displaystyle \{A_{i}\}\subset \mathbf {A} } una famiglia di insiemi di misura finita la cui unione è X {\displaystyle X} . Si può supporre che gli A i {\displaystyle A_{i}} siano a coppie disgiunti (al limite basta prendere la famiglia { B i } {\displaystyle \{B_{i}\}} con B i A i ( A i 1 A 1 ) {\displaystyle B_{i}\equiv A_{i}-(A_{i-1}\cup \dots \cup A_{1})} al posto di A i {\displaystyle {A_{i}}} ). Le due misure danno lo stesso valore ad un insieme misurabile A {\displaystyle A} se e solo se concordano su tutte le intersezioni A A i {\displaystyle A\cap A_{i}} , perché in questo caso sarebbe:

μ ( A ) = i = 1 μ ( A A i ) = i = 1 ν ( A A i ) = ν ( A ) {\displaystyle \mu (A)=\sum _{i=1}^{\infty }\mu (A\cap A_{i})=\sum _{i=1}^{\infty }\nu (A\cap A_{i})=\nu (A)}

Ci si è ridotti a dover dimostrare che se B A {\displaystyle B\in \mathbf {A} } ha misura finita e A M ( A ) {\displaystyle A\in M(\mathbf {A} )} è contenuto in B {\displaystyle B} , allora μ ( A ) = ν ( A ) {\displaystyle \mu (A)=\nu (A)} . Per confrontare le due misure, si consideri una famiglia { C i } A {\displaystyle \{C_{i}\}\subset \mathbf {A} } che ricopre A {\displaystyle A} . Si ha:

A i = 1 C i {\displaystyle A\subset \bigcup _{i=1}^{\infty }C_{i}}

da cui:

ν ( A ) i = 1 ν ( C i ) = i = 1 μ 0 ( C i ) {\displaystyle \nu (A)\leq \sum _{i=1}^{\infty }\nu (C_{i})=\sum _{i=1}^{\infty }\mu _{0}(C_{i})}

e quindi ν ( A ) μ ( A ) {\displaystyle \nu (A)\leq \mu (A)} perché la disuguaglianza vale per tutte le famiglie { C i } A {\displaystyle \{C_{i}\}\subset \mathbf {A} } che coprono A {\displaystyle A} e μ ( A ) {\displaystyle \mu (A)} è l'inf dei termini di destra. Ma vale anche ν ( B A ) μ ( B A ) {\displaystyle \nu (B-A)\leq \mu (B-A)} . Ricordando che B {\displaystyle B} sta in A {\displaystyle \mathbf {A} } e spezzandolo come ( B A ) A {\displaystyle (B-A)\cup A} si conclude:

μ ( B ) = ν ( B ) = ν ( B A ) + ν ( A ) ν ( B A ) + μ ( A ) μ ( B ) {\displaystyle \mu (B)=\nu (B)=\nu (B-A)+\nu (A)\leq \nu (B-A)+\mu (A)\leq \mu (B)}

cioè:

ν ( B A ) + ν ( A ) = ν ( B A ) + μ ( A ) {\displaystyle \nu (B-A)+\nu (A)=\nu (B-A)+\mu (A)}

da cui:

ν ( A ) = μ ( A ) {\displaystyle \nu (A)=\mu (A)}

Note

  1. ^ M. Fréchet, Sur l'intégrale d'une fonctionnelle étendue à un ensemble abstrait, Bull. Soc. Math. France, 43 (1915), 248-265
  2. ^ H. Hahn, Über die multiplikation total-additiver mengefunktionen, Annali Scuola Norm. Sup. Pisa, 2 (1933), 429-452
  3. ^ A. N. Kolmogorov, Grundbegriffe der wahrscheinlichkeitsrechnung, Springer-Verlag, Berlin (1933)

Bibliografia

  • (EN) Vladimir Bogachev, Measure theory, volume 1, Springer, 2006, ISBN 3-540-34513-2.
  • (EN) Gerald Folland, Real Analysis: Modern Techniques and Their Applications, Wiley-Interscience, 1999, ISBN 0-471-31716-0.
  • (EN) Serge Lang, Real and Functional Analysis, Springer, 1993, ISBN 0-387-94001-4.

Voci correlate

  • Algebra di insiemi
  • Misura (matematica)
  • Misura esterna
  • Teorema di Carathéodory (teoria della misura)

Collegamenti esterni

  • (EN) Hahn-Kolmogorov theorem, in PlanetMath.
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